Chi non ha visto i maxi cartelloni pubblicitari in giro per la città? E' il caso editoriale dell'anno, il libro che colonizzerà le librerie di tutti gli italiani e non solo... Ma merita veramente?
Io non mi fido molto della pubblicità per quanto riguarda i libri. Ovviamente i "casi" prima o poi li leggo, come "uomini che odiano le donne", o le "cinquante sfumature", ma è raro che alla fine della lettura la fama che hanno ottenuto sia ben meritata. Ecco finalmente un caso (quello di Herry Quebert, ovviamente) in cui le vendite sono proporzionate alla qualità.
"La verità sul caso Harry Quebert" è un bellissimo thriller, dal ritmo super travolgente e dalla struttura narrativa originale, complessa, ma di facile lettura.
Nell'ultimo periodo ho visto una serie di documentari sul cinema (the story of film an odissey), davvero ben fatti, dove si analizzava, decade dopo decade, tutte le caratteristiche dell'immagine in movimento. E così ho scoperto che gli anni '90 avevano come tema comune una sorta di "rivisitazione-citazione" delle regole stesse dei film. Pensiamo a "Scream", del 1996, dove la trama si gioca in modo intelligente tra le famose "regole" di un buon horror. E questo succedeva perché i "nuovi" registi erano in primo luogo degli amanti del cinema, e quindi omaggiavano le sue origini in modi inattesi e originali. Ecco, nella letteratura questo "movimento" di citazione, di "libro dentro il libro", a mio modestissimo parere, non si è molto sviluppato. Mi vengono in mente solo due titoli (per quanto riguarda il thriller), il magnifico "Misery" di Stephen King e lo sconosciuto, ma bellissimo, "Il ladro dei sogni" di Andrew Pyper, che scavano nelle regole della narrazione. E adesso a questa piccola lista si aggiunge "La verità sul caso Harry Quebert". E sì, perchè qui, il tempo si disintegra, e tra continui flash back tra i giorni nostri e il 1975 (l'anno della scomparsa della piccola Nola, la vittima), si aggiunge una terza linea temporale, non troppo ben definita (siamo intorno agli anni '90), ovvero i tempi in cui il narratore Marcus Goldman prende lezioni di scrittura dal professore Harry Quebert.
Ma torniamo alla trama, super incasinata, seppur lineare, quando all'ultima pagina si capisce che cosa è veramente successo. Nel 1975, una ragazzina di nome Nola scompare nel nulla, in una piccola cittadina americana. Quasi 30 anni dopo, il cadavere, ormai un mucchio d'ossa, viene scoperto nel giardino di Herry Quebert, illustre scrittore nonché mentore del protagonista. E da qui è un continuo colpo di scena.
Io ho iniziato la lettura prima dell'invasione dei cartelloni publicitarii, e l'ho fatto, perchè questo libro è venuta a me grazie ad un duplice passaparola. E visto che anche secondo me è tempo ben speso, vi consiglio di procurarvelo. Questo è assolutamente un libro che vi consiglio.
VOTO: 8, ma assolutamente meritato!
ADATTO A CHI: ama la letteratura e si appassiona ad un buon thriller
DA LEGGERE ANCHE: bhè, secondo me CHIUNQUE deve leggere "Misery" di Stephen King ( non basta aver visto il film), soprattutto se vi è piaciuto "La verità sul caso Harry Quebert". Anche se nel "caso", la pazzia non è esattamente uno dei temi portanti, comunque io, proprio per la narrazione così differente e su più livelli, ho trovato diversi punti in comune. E poi, questo è il momento migliore per consigliare "Il ladro di sogni" di Andrew Pyper. Questo romanzo quasi sconosciuto ( pensate che io lo avevo comprato al supermercato in edizione super economica della Piemme) è uno dei più bei thriller che abbia mai letto. Le analogie con il "caso", secondo me saltano subito all'occhio. Se nel romanzo di Joël Dicker abbiamo come protagonista uno scrittore, qui invece è un lettore. E l'identikit del vero lettore che fa Andrew Pyper nelle prime pagine vale assolutamente il prezzo di copertina. E chiudo con i consigli citando una delle mie scrittrici di gialli preferite: Carol O'Connell ( quella della saga di Mallory). Non parliamo però della sua fortunata protagonista, la bionda e algida Mallory, ma di un romanzo fuori dalla serie : "Susan a faccia in giù nella neve". In realtà questo romanzo e "La verità sul caso Herry Quebert", non hanno molto in comune, se non, se proprio si va a scavare che partono tutti e due da misteriose sparizioni. Ma una cosa è certa, tutti e due sono dei riuscitissimi thriller. Per cui, se avete voglia di un bel mistero e di rimanere attaccati fino all'ultima riga, questo è un libro che assolutamente vi consiglio.
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